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Giovani e droga. Che fare? «Una tragedia, lo dico da specialista in
tossicologia, perché oggi negli spinelli ci sono dentro eroina e cocaina. Ma il ragazzo, fumando, non ha la percezione di farsi del male come quando s’inietta qualcosa con la siringa. Sente che la droga raddoppia la potenza sessuale, facilita i rapporti, toglie la fatica, e così… ciula Marisa dammene dieci pastiglie. Perciò ci vuole il modello Singapore: lo stendi sulla panchetta, ten ten ten, dieci nerbate. Inutile sporcargli la fedina penale: equivale a escluderlo dalla vita. Col marchio di Caino lo perdiamo per sempre. Che poi ’sto Caino a me è pure simpatico». Ah sì? «Vorrei vedere lei, con un fratello fannullone e anche un po’ (censura) come Abele. Tutto il giorno a suonare l’ocarina mollemente sdraiato fra le pecore, mentre il povero Caino sudava come una bestia nei campi con l’aratro. Abele di qua, Abele di là… Macché Abele e Abele! Viva Caino». Contro i musulmani che cos’ha? «Niente. Tant’è vero che col mio amico generale Sulejman Selimi, comandante delle truppe di difesa del Kosovo, a Pristina abbiamo mangiato nello stesso piatto: lui formaggi, io salame. Ma l’Islam xe una religion primitiva. Non cattiva. Primitiva. Ha visto come hanno ammazzato Saddam Hussein? Sembrava un mercato. Non sono capaci neanche d’impiccare un uomo. In Inghilterra rullo di tamburi e silenzio assoluto, a Bagdad urla e insulti. In 1400 anni non si sono evoluti. Noi abbiamo avuto l’Umanesimo, il Rinascimento, Voltaire, Porta Pia. Loro sono incompatibili con le libertà individuali dell’Occidente. O progrediscono o ciapen el camel e turnen a ca’». Li scorta lei alla frontiera? «Dopo Poitier, Lepanto e Vienna, i maomettani ora ci provano a Milano. A Vienna trovarono Jan Sobieski, qui hanno trovato Pier Gian. Non passeranno». Difende il crocifisso perché è affezionato alle tradizioni cristiane o perché ci crede? «Tutt’e due. Sono credente e peccatore». (Estrae dalla tasca una boccetta d’acqua di Lourdes con dentro una Madonnina). «Credo nel digiuno non otto ma 24 ore prima della comunione. Il corpo e il sangue di Cristo l’è minga il cappuccino al bar». Con i nomadi non è molto cristiano. «Lei ha mai avuto la casa stuprata dai ladri? Io sì. Due volte a Milano e 17 a Desenzano. L’89% dei furti nelle abitazioni è opera degli zingari. L’unico posto dove non rubano è la Sardegna, perché là sono stati educati dai pastori barbaricini, che li incaprettano. Non si fanno chiamare “figli del vento”? Via col vento, allora, foeùra di ball! Non sono zingari? Circolare, circolare! A Lugano hanno il loro bel campo nomadi attrezzato ma dopo 30 giorni devono andarsene». È vero che rivolgendosi a un somalo gli ha detto: «Taccia lei con quei tratti somatici!»? «Intanto era un sindacalista. E poi era albanese, non somalo. Io non lo sapevo. Era più bianco di me e di lei. Ma aveva questi lineamenti appuntiti, a lama. Da serpente, avrebbe detto Lombroso. Tratti somatici da sindacalista, insomma». Scusi, ma perché invece non se la prende con quelli di Confindustria che vorrebbero sempre più immigrati in Italia per far funzionare le loro fabbriche? «Ma io ce l’ho da morire con gli pseudo sedicenti industriali seguaci della Fiat, cosa crede? Hanno dimenticato che cosa significa essere imprenditori. La Richard Ginori faceva le case per i suoi operai sui Navigli. Idem la Falck e la Breda. Gaetano Marzotto costruì addirittura una città, Valdagno, per i propri dipendenti. E questi pretendono di accollare a noi i costi sociali della loro avidità». Non ha paura di finir male? Paura io? Gli anarco-insurrezionalisti mi hanno già fatto saltare in aria l’ufficio elettorale di corso Vercelli. Mi hanno scritto “Prosperini muori” con la vernice rossa. Due settimane fa mi hanno messo sul pianerottolo di casa un ordigno con due bombolette del gas, un chilo di polvere da mina, otto cartuccioni e un innesco rudimentale ma ingegnoso. Una cosa malvagia, fatta per uccidere. “Prosperini, regalo per te”, diceva il biglietto. Ho telefonato in questura: vi pare che qualcuno voglia farmi un regalo? Durante i cortei tentano d’arrampicarsi sul mio balcone». E lei? «Espongo 25 metri di tricolore: 10 di bianco, 10 di verde e 5 di rosso, ché di più il rosso non merita. Li aspetto col fucile a pompa. Vogliono entrarmi in casa? Tanti ne salgono, tanti ne butto giù».
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